Alessandro Casalini – Recensione “Istantanee” – 12 novembre 2018
By Alessandro / Leggo, pillole-leggo
MATTEO ZANINI – ISTANTANEE
Il racconto breve è notoriamente la bestia nera di ogni scrittore. Ora, che il buon Zanini abbia deciso di confrontarsi proprio con il “mostro”, beh, tanto di cappello.
L’antologia “Istantanee” contiene 10 racconti definiti “Per Sognatori Diurni”. In quanto scrittore “esordiente” mi ritengo per ovvie ragioni un sognatore sia diurno che notturno. Il processo che sta dietro la creazione di una storia spesso passa per il proprio subconscio che – cosa tutt’altro che agevole – va ascoltato, capito e interpretato.
Nonostante riconosca a Zanini una ottima padronanza dello strumento narrativo, devo dire che non tutti i racconti di questa raccolta mi hanno entusiasmato, ma questo credo accada buona parte delle volte nelle quali si affrontano le antologie di racconti brevi.
Si comincia con il “Ballo” che mi è piaciuto davvero tanto: sarà perché si colloca vicino al mio modo di pensare e scrivere (cosa è davvero reale?). Quello che so è che dopo averlo terminato l’ho riletto. Così che, una volta scoperte le carte, ne ho potuto apprezzare meglio le sfumature narrative che alla prima lettura mi erano sfuggite.
“Cappuccetto Rosso” è parecchio avanti. Non dico di più.
Altro racconto che mi è piaciuto, è “La bambina che leggeva i sogni” con il quale si chiude la prima parentesi di storie più legate al mondo del fantastico.
“Corde al vento”, “Eclissi” e “Quattro giorni per farti innamorare” fanno invece parte dello “strato di mezzo” dell’antologia che riesce in quale modo a tenere un piede piantato nella realtà e uno nella fantasia. Di questo terzetto, “Eclissi” è, a mio avviso, quello più strutturato (direi anche il più lungo dell’antologia). E’ scritto molto bene e la storia è davvero interessante. Zanini scrive con classe: non trovo altre definizioni che mi sembrano poter dare miglior evidenza del suo stile. La classe è qualcosa di innato: o ce l’hai, o non ce l’hai. Stop.
La coda della raccolta è rappresentata da “Trasfigurazione”, “Sabbia” e “La morte della Letteratura”. Qui, per la verità, mi sono un po’ perso. Questi tre racconti non mi sono arrivati (probabilmente per negligenza mia, non me ne voglia l’autore). “Sabbia” è quello che mi ha convinto di più, forse per il semplice fatto che, a mio avviso, si riavvicina parzialmente al quartetto iniziale di racconti, dove ciò che reale e ciò che non lo è si fondono insieme creando una creatura ibrida capace di affascinare più di ogni altra cosa.
In definitiva, la definisco una buona antologia di racconti brevi. Lo ripeto: un segmento della narrativa davvero impegnativo e ostico per chiunque. Zanini ci sa fare con le parole, su questo non ci sono dubbi, a questo punto mi pare di capire che nella sua pentola stia bollendo un romanzo… staremo a vedere!