#LeggendoClarissa 5: slanci esagerati, pietismi superflui e sottomissioni mancate
#LeggendoClarissa 5 [lettere 18-21]
Gli interrogativi coi quali ci eravamo congedati nella precedente puntata di #LeggendoClarissa sembrano non trovare risposta alcuna, se non nel continuo tentativo da parte della madre della nostra eroina di coercitiva persuasione, ove lacrime di penitenza e singhiozzi di ostinazione sono proprio a proposito. A dire il vero, il contenuto di questa XVIII lettera mi ha strappato delle silenziose risate; la madre di Clarissa, infatti, al fine di commuovere e “comprare” il cedimento della sua determinata figliuola si cimenta con frasi ed esagerazioni davvero notevoli, come Niente inginocchiamenti: gambe così elastiche, volontà così ostinata! oppure Mi hai scombussolato in modo indicibile. Come non cedere di fronte a cotanta teatralità?!
Qualche pagina dopo, Clarissa spiega le ragioni per le quali teme che rifiutando la mano del signor Solmes e andando contro al volere della sua famiglia – pur tenendo fede ai suoi principi – possa comunque ritrovarsi a vivere un’esistenza infelice: poiché quella che io chiamo fermezza viene attribuita all’ostinazione, alla testardaggine, alla prepotenza da coloro che hanno il diritto di assegnare alla mia condotta l’interpretazione che vogliono. […] se fossimo perfetti, cosa che nessuno può essere, non potremmo essere felici in questa vita, a meno che coloro con cui abbiamo a che fare fossero governati dagli stessi principi. Cosa dobbiamo, dunque, fare se non scegliere il giusto e seguirlo fermamente e lasciare lo sbocco alla Provvidenza?
Insomma, sembra proprio che la felicità e la vita di Clarissa Harlowe siano destinate a viaggiare su due binari paralleli. Ma non finisce qui: la madre entra nuovamente in scena, con quello che viene da lei stessa l’ultimo sforzo persuasivo (ci crediamo?). Appena la fanciulla tenta di aprire bocca, la donna la interrompe, pretendendo assoluta sottomissione, vantando le già sentite argomentazioni. Clarissa, a questo punto, tenta – probabilmente disperata – di giocare una nuova carta, tentando di impietosire il genitore: Voi mi avete dato la vita, signora, […] e fino adesso la vostra bontà e quella del mio papà l’hanno resa felice! Oh, non fatene, non fatene miserevole tutto il resto!
Per tutta risposta, la madre le chiede una prova di obbedienza: Il tuo papà ha deciso di non vederti finché non vedrà in te una figlia obbediente com’eri una volta […] Dammi una speranza, cara figlia, ne va della mia pace. Solo in cambio di questa speranza non romperò con te.
Evidentemente, la consapevolezza che un individuo – crescendo – possa mutare il proprio carattere, allontanandosi dal “bambino bisognoso di cure” e avvicinandosi a una personalità più consapevole e caratteristica non deve appartenere alla famiglia Harlowe. Al contrario, il ricatto sembra essere sempre più un loro degno compagno di vita. La risposta di Clarissa è quanto di più scontato ci si potesse attendere: Sarei onesta se vi dessi una speranza che non posso confermare?
Come darti torto, cara ragazza! Ad ogni modo, la scena si sposta dalla stanza della ragazza al ricco salone del piano terra, dove tutta la famiglia s’è riunita. Assieme a loro v’è anche l’orrendo signor Solmes. Clarissa, dimostrando di nuovo una tempra più che decisa per un’eroina dell’epoca, dice apertamente all’uomo ciò che pensa di fronte a lui, alla madre e alla sorella Arabella. Non si presta a restare in presenza di quel corteggiatore che non intende accettare come futuro sposo e rifiuta un possibile incontro in solitaria con lui. Mentre la giovane si rifugia, di nuovo, nella propria stanza, la madre le conferma che, a seguito di quel gesto, tutta la sua famiglia le è contro. Le conseguenze immediate del coraggio di Clarissa ci vengono presentate da lei stessa subito dopo:
In quel momento mi vengono tolte le chiavi di ogni cosa. Era stato proposto di farmi scendere; ma mio papà ha detto che non sopportava di vedermi – strana alterazione in poche settimane! Shorey [la domestica] è stata la messaggera. Aveva le lacrime agli occhi quando ha fatto l’ambasciata.
Questa nuova punizione, tuttavia, non sembra fermare la comunicazione clandestina tra Clarissa e il mondo esterno. La lettera successiva – ossia la XXII del romanzo – conferma ulteriormente questo fatto. Sin dalle sue prime righe, infatti, scopriamo che – forse – a breve il POV muterà, iniziando ad ampliarsi. Clarissa, infatti, ha ricevuto una lettera dal signor Lovelace.
Cosa mai avrà da comunicare alla nostra lacrimosa eroina?