The KeyNote Blog, 15 maggio 2017
E’ possibile trovare un senso di quiete e rilassamento mentre si manipola un impasto fatto con lievito madre? La risposta a questa semplice domanda è sì, e Matteo 27enne lo fa già da molto tempo.
In questa domenica di “The Keynote’s Lunch” nella mia cucina c’è Matteo di Bergamo. Giovane, con mille sogni e speranze racchiuse in un impasto, tra l’altro buonissimo. Premetto che io e Matteo non ci siamo conosciuti prima di questa domenica e da subito c’è stata sintonia.
Organizzato per natura, Matteo, si è portato tutto da sé compreso un lievito madre che vive da mesi in un barattolo di vetro. Entra nella mia cucina e si sente subito a suo agio, così inizia il suo processo di nutrimento del lievito, spiegandomi come e quali sono i passaggi che bisogna fare per tenerlo in vita. Dopo poco che inizia a prendersi cura dell’impasto, inizio a vederlo molto calmo, quasi rilassato e noto in lui una certa apertura al dialogo, completamente spontanea. Così iniziamo insieme il nostro Lunch.
Davide: “Matteo perché proprio l’impasto con lievito madre?”
Matteo: “Ogni tanto torno a casa dal lavoro e sento il bisogno di impastare”, sorride e aggiunge “In fondo la cucina è una forma d’amore e rilassamento.”
Matteo ha scelto una focaccia ripiena particolare (come lui) perché è fatta con la farina di canapa, merce rara e ricercata. Oltre alla cucina, il nostro scrittore ha pubblicato tre libri, rispettivamente “La notte delle Fate“, “Irraggiungibile” e “Aggrappati a un sogno” – questi ultimi ambientati tutti in Inghilterra, territorio di cui Matteo metterebbe firma per viverci.
La sua sensibilità la esprime con la scrittura e lui stesso mi racconta che ha iniziato quasi per gioco, tra prose e testi di canzoni, poi ha deciso di scrivere il suo primo libro senza avere alte aspettative… e la fortuna lo ha aiutato.
Nonostante il suo bisogno di programmare la vita mi accorgo che, come la sua focaccia con gli ingredienti azzeccati, riesce ad incasellare tutto per bene: lavoro, scrittura e hobby.
Sostiene di non essere un tipo positivo, ma io non sono molto d’accordo perché chi, come lui, è capace di sognare è positivo di natura, restando comunque molto concreto e realista all’occorrenza.
Di recente gli hanno regalato un’arpa, strumento che lui ama per molti motivi tra cui il dolce suono che porta un piacevole rilassamento psico-fisico. Parlando dell’arpa, gli si accende il viso con un sorriso compiaciuto e noto ancora di più quelle sfumature che riconfermano la sua genuinità d’essere.
Amante degli animali, ha un cane che si chiama Bau e non poteva che lavorare in una Clinica Veterinaria, dove si trova bene. Non è, tuttavia, un medico veterinario; tra le sue mansioni segue la comunicazione esterna della Clinica.
Amante della scoperta, si intuisce dai suoi racconti di viaggio che gli piace fare quelle azioni canoniche che poi per ognuno di noi assumono significati profondi e diversi come il fotografare, passeggiare o semplicemente visitare un luogo di cui si ha interesse e farlo restare nel cuore.
A volte dagli incontri nascondo piacevoli conoscenze e sintonie strane, ma vivaci nel loro sentire, che creano come il lievito madre una vita che a scelta delle parti può essere alimentata per avere un continuo.
“Il mio racconto narra della tenacia e della grande responsabilità di un giovane che ha accettato una sfida con coraggio…” – tratto dal suo libro “La notte delle fate”. Tenacia e responsabilità verso i propri sogni, già proprio così, chissà che si avverino prima di quando possiamo immaginare.