“La sorella di Silvia”, di Paolo Garrone – la recensione
Saremo amici per sempre noi tre. E non ci giudicheremo mai, me lo prometti? Anche se passeranno gli anni e cambieremo… Anche se uno di noi scoprisse di essere diverso, in un modo che non va bene agli altri, compresa la propria famiglia, vero?
Lorenzo, Mario, Noah. Tre giovani allo sbando, tre voci differenti, una sola unione che ha la forma di un anello e che si fa chiamare amicizia. Ciascuno col proprio linguaggio, la musica del cuore, il tiepido disinteresse degli adolescenti; inseparabili e suscettibili, speranzosi – anche se è meglio non ammetterlo! – e carichi dell’entusiasmo che si perde con la crescita e che sa trasformare una sconfitta in un nuovo punto di partenza.
Un bel giorno, Lorenzo fa entrare Silvia nella sua vita, nel suo quotidiano. Il primo amore, il bacio più bello, il gelato più buono nella miglior gelateria della città. Le confidenze che scavallano le reticenze, le reciprocità, gli incastri ingenui e maldestri di chi non ha ancora esperienza. Silvia racconta di un’amica perduta, smarrita dalla distanza e da una piccolezza, un’incomprensione che ha lacerato il loro legame, un rapporto a cui lei, però, tiene ancora, a cui vorrebbe poter far ritorno.
Pare quasi una vita fa, sembravo un’altra persona pure io, eppure è passato solo un anno… Che nella vita di tutti i giorni gli anni passano come se nulla fosse, ma poi ci sono anni più importanti di altri, che creano un confine oltre il quale nulla è più come prima, neanche noi stessi.
E da qui ha inizio la missione di Lorenzo: da buon cavaliere innamorato della gentil donzella, ecco che la meta, la destinazione appaiono ben chiare nella sua mente – Nizza, dove vive e lavora Claire, l’amica, la sorella di Silvia. Coinvolgendo anche Noah e Mario, Lorenzo partirà per la terra francese, alla ricerca di una ragazza sconosciuta, in un paese sconosciuto. Seguiranno peripezie e colpi di fortuna, fino a che l’insegna del Cafè des Anglais non gli apparirà di fronte. L’ingresso nella caffetteria – l’ultimo atto di questa quête – segnerà anche la conclusione del romanzo.
Come se tornare insieme, dopo esserci separati, fosse qualcosa di buono degno di essere compiuto.
Paolo Garrone segna il proprio esordio con La Torre dei Venti: La sorella di Silvia vuole essere e sembra rappresentare un vero e proprio romanzo “generazionale” (basti pensare al pregnante – forse, ogni tanto, un po’ eccessivo – utilizzo di slang e costrutti informali del linguaggio parlato), pronto a raccontare una storia di Fortuna e Destino con il distacco e le esagerazioni dell’adolescenza, non dimenticando “lungo la strada” la tragicità, il senso dell’amicizia, la speranza nel domani.