“La via del bosco”, di Litt Woon Long – la recensione
Vai nel bosco più vicino. Quando vi incontrerete, tu e il bosco, prova a dimenticare il tran tran quotidiano e a sentire il ritmo e la frequenza del bosco. Fallo diventare parte di te. A quel punto avrai trovato pace, rallentato il battito.
La via del bosco è uno dei libri che più attendevo di leggere dal momento della sua comparsa nelle librerie italiane. Ho subito percepito un segnale, una sorta di richiamo ancestrale che legava la mia anima a quella di queste pagine – nonché alla narrazione dell’autrice, Litt Woon Long – antropologa di origini malesi, ma trasferitasi in Norvegia per amore. Ed è proprio d’amore che sono intrise le pagine di questo libro che può dirsi un commovente mélange tra autobiografia, narrativa e trattato di micologia. Forme d’amore, quelle descritte da Litt Woon Long, che hanno diviso letteralmente – per non dire spaccato – la sua esistenza: quello per suo marito Eiolf, morto tragicamente e d’improvviso, e quello per i funghi, sorto altrettanto inaspettatamente proprio quando le speranze di ritrovare una serenità sembravano sepolte per sempre, come il ricordo del marito defunto.
In un momento, come quello del lutto, in cui si fanno progressi quando fa comodo al dolore, non a noi l’antropologa incontra sul suo cammino – quasi letteralmente – il mondo della micologia, al quale si appassiona e grazie al quale riesce, passo dopo passo, a recuperare energia, equilibrio e stabilità, nonché l’amore per se stessa e per la vita che ancora le si apriva all’orizzonte – una vita diversa, questo è certo, ma non meno importante.
E proprio grazie al mondo dei funghi, alla minuta osservazione, alla placidità e alla scoperta, alle nuove amicizie e conoscenze, la nostra protagonista – nel libro come nella vita – riesce a rimettere a posto i frammenti spezzati della sua esistenza, trovando per ciascuno un posto nuovo nei sentieri dei boschi, nelle pagine dei ricordi, nei libri ancora da leggere, nella solitudine e nell’aggregazione – entrambe ricercate con maggiore consapevolezza e godute con minor costruzione.
La via del bosco è uno scritto potente, un germoglio pronto a sbocciare per restituire lacrime e sorrisi – preparatevi a vivere tutte le emozioni di cui siete provvisti, se accetterete di entrare in questo libro edito Iperborea -, una vera liberazione, un’occasione di riflessione, soprattutto per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno subito un lutto e sono a credito con la vita. Perché, in fondo, è proprio questo quello che Litt Woon Long e i funghi ci vogliono insegnare: non importa quante tempeste attraversino i nostri quotidiani; in fondo al nostro cuore ci sarà sempre una lieve radice, una spora assonnata, un canto onirico che sapranno restituirci la forza necessaria per rinverdire; basta solo tendere le orecchie, fare silenzio dentro di noi, e ricominciare a vivere.