#RagazziTraLePagine: “La terza inquilina”, di C. L. Pattison – la recensione
C’è una parola giapponese che ci calza a pennello: “kenzoku”. Letteralmente significa “famiglia”. È il legame più profondo che esista, persino più forte dell’amore. L’intesa tra due persone che si sono conosciute in una vita precedente.
Buongiorno a tutti lettori!
Il progetto #RagazziTraLePagine ci ha portato, per il mese di dicembre 2019, nel mondo del thriller e del romanzo psicologico insieme a C. L. Pattison e al suo romanzo “La terza inquilina“, edito Fabbri Editori.
Tre protagoniste, tre caratteri, tre vite destinate a incrociarsi: Chloe, Megan e Samantha (detta Sammi) si troveranno a condividere lo stesso spazio – chi per amicizia chi per necessità – e, al contempo, a intrecciare le loro vite personali e professionali, portando inevitabilmente allo scoperto punti deboli, segreti, ambizioni e oscurità.
Amiche da una vita, Megan e Chloe si vedono costrette a cercare una terza inquilina per alleggerire le spese d’affitto del loro bellissimo appartamento a Bellevue Rise. Ed è a seguito di questa premessa che Sammi entra a far parte di questo terzetto e, con lei, anche tutti i misteri sepolti nella matassa di un passato che sembra impossibile da sbrogliare. Sammi ha una vita pressoché perfetta: un lavoro invidiabile, uno stipendio più che invidiabile, vestiti e accessori che farebbero gola a chiunque. Eppure, la sua assenza dal mondo dei social media, la mancanza di veri e propri amici, il suo atteggiamento distaccato e apparentemente costruito gettano dei dubbi nelle menti di Megan e Chloe. Chi è davvero questa terza inquilina?
Chloe e Megan rappresentano le due facce di una stessa medaglia: complementari in tutto, hanno trascorso moltissimi anni in assoluta simbiosi. La mente fantasiosa, umanistica e artistica della prima ha trovato la propria ancora di concretezza e “scientificità” nelle attitudini della seconda; l’insicurezza romantica di Chloe ha trovato una compensazione nella determinazione chirurgica di Megan (che, non a caso, è una farmacista d’ospedale). Quasi a voler precisare ulteriormente questo dualismo, C. L. Pattison sceglie di presentarci le due visioni delle sue protagoniste attraverso l’utilizzo – molto furbo ai fini della trama – di due differenti punti di vista, che si alternano nello scorrere delle pagine ad alcuni capitoli “senza nome”, le cui righe resteranno senza una voce precisa fino alla conclusione del romanzo, dove si sviluppa il vero turning point di tutta la vicenda raccontata. Sarà proprio a questo punto del romanzo che tutte le nostre supposizioni – e le piccole certezze che avranno alimentato il nostro desiderio di lettura – verranno inevitabilmente abbattute, in favore di un coup de théâtre che lascerà a bocca aperta i lettori.
Molto riusciti, a mio avviso, i già citati capitoli “senza nome” – studiati con cura per spingere i lettori ad assegnare loro una voce che difficilmente si rivelerà quella corretta (ovviamente non farò spoiler!): è proprio in queste pagine che si possono riconoscere le abilità maggiori della scrittrice (che proviene dal mondo del giornalismo e, quindi, da una tipologia di scrittura molto distante da quella generalmente utilizzata nella narrativa), i suoi slanci verbali e i connubi di pensieri.
Mi piace la biblioteca. C’è caldo e silenzio e una quantità di bellissimi libri tra cui scegliere. Quando leggo entro in un regno tutto mio: sparisco in un tunnel nascosto, scavato sotto le mura di un castello, e raggiungo gli angoli più oscuri e segreti della mia immaginazione.
Una scrittura scorrevole e incalzante, favorita anche dal ritmo della storia e dall’alternarsi delle voci dei personaggi già citata. Un romanzo che non definirei un vero e proprio thriller (quantomeno non nell’accezione comune), ma che strizza l’occhio anche a un pubblico più giovane. Un libro gradevole e una prova di scrittura davvero buona che ho avuto il piacere di condividere con gli altri #RagazziTraLePagine!
Prestissimo ci saranno grandi novità per questo nostro progetto letterario, quindi… continuate a seguirci!